L’evento - che ha visto la partecipazione di oltre 300 esperti del settore da tutto il mondo - ha fornito un quadro aggiornato dell'ampio campo della geomeccanica computazionale, ed è stato organizzato congiuntamente dal Politecnico (grazie al lavoro del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica-DISEG), dall’Università di Grenoble e dal Politecnico di Milano, a simboleggiare l’importanza della cooperazione nazionale e internazionale. Torino si è aggiudicata l’evento nel 2018 a Wuhan, sede dell’ultima edizione della conferenza, dopo un testa a testa con la candidatura della città di Graz e della sua università tecnica.
La conferenza si è tenuta presso la sede centrale dell’Ateneo, mentre la sede storica del Castello del Valentinoha ospitato un corso pre-conferenza, organizzato con InfraTo e dedicato alla progettazione della linea 2 della metropolitana di Torino che prevede, progetto unico al mondo, l’attivazione termica di tutti i rivestimenti dei 10 km di gallerie e delle 13 stazioni, utilizzando anche la tecnologia Enertun, brevettata dal Politecnico di Torino. Questa tecnologia consentirà di ricavare energia geotermica per il riscaldamento e raffrescamento delle stazioni di linea, contribuendo in maniera significativa alla riduzione dell’impronta ambientale dell’opera. Nella giornata di sabato 3 settembre i partecipanti alla conferenza hanno svolto delle visite tecniche ai cantieri del prolungamento ovest della linea 1 della Metropolitana di Torino e al parcheggio interrato del Politecnico che, con i suoi 172 diaframmi energetici, in attesa della realizzazione della metro 2, costituirà la prima applicazione in Italia di tale tecnologia per dimensioni.
Un evento nell’evento è stato l’”Innovation Hub”, che ha consentito a start-up innovative e detentori di brevetti di presentare brevi pitch e incontrare direttamente i partecipanti al convegno. Le innovazioni nel settore della geomeccanica sono infatti molte e la conferenza ha cercato di metterle in evidenza e valorizzarle: dagli aspetti più tradizionali delle tecniche di calcolo a supporto del progetto di opere geotecniche o degli interventi di difesa del territorio fino alle tecniche di monitoraggio delle opere e dell’ambiente, dall’effetto dei cambiamenti climatici fino a sconfinare nei settori dell’energia, dell’intelligenza artificiale, della chimica.
“Organizzare questa conferenza è stata una sfida sopra le nostre aspettative a causa della pandemia che ci ha costretto a rimandare l’evento per ben due volte – spiega il professor Marco Barla, docente del Politecnico e chair della conferenza - Siamo passati dall’entusiasmo di Wuhan, dove ci siamo aggiudicati l’evento, al quasi panico di dover far fronte ad una situazione del tutto inusuale. Tuttavia abbiamo tenuto duro, pubblicato i proceedings in due fasi e organizzato alcuni eventi online di warming-up per tenere vivo l’interesse. E finalmente abbiamo potuto incontrarci di nuovo di persona dopo questi difficili due anni”
“L’organizzazione di un evento internazionale richiede entusiasmo, disponibilità ma anche molte persone - aggiunge Alessandra Insana, docente del Dipartimento DISEG del Politecnico di Torino - Nell’organizzazione abbiamo coinvolto anche molti studenti dell’ultimo anno e laureandi di Ingegneria Civile. Per loro è stata sicuramente un’occasione unica per entrare in contatto con la comunità scientifica internazionale.”
Prima della conferenza vera e propria, il Politecnico di Milano e l’Università di Grenoble hanno ospitato dei corsi dedicati alla modellazione multiscala dei geomateriali (presso il laboratorio 3SR del campus di Grenoble) e ai processi multi fisici nella geomeccanica (presso PoliMI).